Qui a Mauritius
(...) c'e' una discreta presenza di missionari italiani.
Ho riscontrato nella popolazione di origine creola, quindi di
radice africana, una profonda religiosita', che qualcuno,
superficialmente potrebbe attribuire allo scarso livello
culturale o altro. Non e' cosi', la presenza dei religiosi e'
un costante riferimento e non si limita alla dottrina ed alla
liturgia, ma e' ad amplissimo spettro, tocca tutti gli
aspetti della vita umana. I missionari svolgono una
funzione sociale importantissima. La parrocchia e' il fulcro
su cui ruotano tutte le attivita' della comunita' in questione
e i sacerdoti affrontano tutti i problemi quotidiani di
questa gente. La parrocchia e' una specie di consultorio dove
si trattano argomenti che vanno dalla sfera sessuale alle
diatribe legali, dall'espletamento delle pratiche burocratiche
all'ufficio di collocamento, con un'apertura mentale
eccezionale, impensabile dalle nostre parti. Come dice Padre
Osvaldo, un vecchio missionario francescano, che ha vissuto
per 40 anni tra l'Africa, il Madagascar e Mauritius e non e'
mai rientrato in Italia, col suo marcato accento veneto:
" Figluolo, molti di noi (sacerdoti), credono che Cristo
sia morto e risorto 2000 anni fa, e dimenticano
invece che Egli muore per l'uomo e risorge per l'uomo ogni
giorno da 2000 anni a questa parte; per ogni uomo che soffre o
gioisce su questa terra, egli si incarna e diviene
quello stesso uomo che ci supplica in ogni istante di
alleviare le sue sofferenze o ci chiede di partecipare
alla sua felicita', quell'uomo che affronta le insidie
quotidiane della vita. Noi siamo vicini e partecipiamo alla
vita di quell'uomo, e quindi, cosi facendo, serviamo Cristo ed
onoriamo il nostro Sacerdozio". |