Otranto Virtuale
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>> lettera 16.04.04

Mauritius - Franco Fumarola

Qui a Mauritius (...) c'e' una discreta presenza di missionari italiani. Ho riscontrato nella popolazione di origine creola, quindi di radice africana, una profonda religiosita', che qualcuno, superficialmente potrebbe attribuire allo scarso livello culturale o altro. Non e' cosi', la presenza dei religiosi e' un costante riferimento e non si limita alla dottrina ed alla liturgia, ma e'  ad amplissimo spettro, tocca tutti gli aspetti della vita umana. I missionari svolgono una funzione sociale importantissima. La parrocchia e' il fulcro su cui ruotano tutte le attivita' della comunita' in questione e i sacerdoti affrontano tutti i problemi quotidiani di questa gente. La parrocchia e' una specie di consultorio dove si trattano argomenti che vanno dalla sfera sessuale alle diatribe legali, dall'espletamento delle pratiche burocratiche all'ufficio di collocamento, con un'apertura mentale eccezionale, impensabile dalle nostre parti. Come dice Padre Osvaldo, un vecchio missionario francescano, che ha vissuto per 40 anni tra l'Africa, il Madagascar e Mauritius e non e' mai rientrato in Italia, col suo marcato accento veneto: " Figluolo, molti di noi (sacerdoti), credono che Cristo sia morto  e risorto 2000 anni fa, e dimenticano invece che Egli muore per l'uomo e risorge per l'uomo ogni giorno da 2000 anni a questa parte; per ogni uomo che soffre o gioisce su questa terra, egli si incarna e diviene  quello stesso uomo che ci supplica in ogni istante di alleviare le sue sofferenze o ci chiede di partecipare alla sua felicita', quell'uomo che affronta le insidie quotidiane della vita. Noi siamo vicini e partecipiamo alla vita di quell'uomo, e quindi, cosi facendo, serviamo Cristo ed onoriamo il nostro Sacerdozio".

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