Le
torri di Dio
Campanili
e paesi, intorno. Una terra leggera. Un gioco si svolge,
fatto di parole. Frasi interminate, discorso sempre
imcompiuto. C’è ancora altro ...e si dirà.
Pulsionale l’interlocuzione infinita. Indistruttibile
il desiderio. Cieli e barocco. Una terra del mito.
Nuvole e Borboni. Da maghi costruiti i paesi -fortunati.
Chiese di cartapesta, con finte facciate che si alzano
come lastre sottili nella distanza. E alberi verdi
-d’inverno. Conosci
tu la terra dove il limon fiorisce...
-mediterranea. Non c’è comunità, non c’è
normalità -questo è evidente. Marie per la strada
-gentili. Sembra
ci sia il mare ovunque, anche nell’entroterra. Terra
strappata al mare ...tra due mari.
Una piazza centrale le cui strade sembrano da Est
e da Ovest giungere a altrettanti porti: unica città
fatta di vie, piazze e parchi verdi. Le torri
di dio segnano il paesaggio e non c’è confusione.
Si può procedere nella chiarezza. E l’oscuro non è
tutto oscuro. Ossimoro, due che apre al tre di Agostino.
Non mancano certo i nomi in questo labirinto. Piovono
raggi festanti sui muri antichi.
Roberto
Corchia
da
L’altra Otranto
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